Difference between revisions of "Lyndersin"

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(Langraviato di Lyndersin)
(Langraviato di Lyndersin)
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== Custode ==
 
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Grenwald [pr. grìnvald], Signore dei Boschi e dei Laghi, conosciuto anche come “Protettore di ogni creatura vivente” e, secondo alcuni, “padre” degli Heldur.
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Creatura antropomorfa di imponenti dimensioni, la sua pelle è ricoperta di corteccia e nelle sue vene scorre la linfa dei boschi di Lyndersin. I capelli sono composti da foglie, erba e licheni che cambiano colore a seconda della stagione. A Grenwald si attribuiscono una grande arguzia e magici poteri, nonché un carattere volubile e capriccioso: le leggende lo descrivono particolarmente incline ai dispetti e alle ripicche. Sebbene non esista nessuna testimonianza di incontri tra Grenwald e un essere vivente, alcune leggende affermano che possa assumere diverse forme di animali o quella di satiro; in ogni caso, questa convinzione si traduce in un profondo rispetto da parte degli abitanti di Lyndersin nei confronti della flora e della fauna della Regione; inoltre alla sua natura magica viene, a seconda delle leggende, legata l’origine degli Heldur, i Predestinati di Lyndersin
  
 
== Motto ==
 
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Vivere ardendo, consumarsi mai.
  
 
== Tipo di Governo ==
 
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Monarchia ereditaria. Il sovrano di Lyndersin porta il titolo di Langravio e discende dall’eroe della Guerra dei Cento Anni. Il Langraviato nasce come l’unione delle tre Contee di Wingerson, Mittler e Domernac, alle quali solo di recente è stato aggiunto il protettorato militare della Contea di Lutprentag. I signori delle prime tre contee fanno parte della Gran Consulta del Langraviato, portando il titolo di Ehrengarde [pr. erengàrde], o Guardiani d’Onore; ad essi si aggiungono l’Erzmagier [pr. erzmàghier] o Arcimago del Triplice Ordine di Lyndersin ed infine il Kommis o Capitano del Popolo, scelto tra le fila delle corporazioni del paese. Tale consiglio ha valore consultivo o di assistenza alla reggenza, qualora ve ne sia bisogno; per il resto il sovrano di Lyndersin agisce come un monarca assoluto.
  
 
== Razze ==
 
== Razze ==
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Lyndersin è abitata da un equilibrato miscuglio di tutte le razze di Vaniria che vivono in pace tra loro. La popolazione di Lyndersyn è estremamente variegata e, specialmente nelle città principali, ogni razza è accettata e apprezzata per le sue caratteristiche intrinseche. Sebbene in passato i matrimoni interraziali non fossero ben visti a causa dell’impossibilità di generare prole, negli ultimi anni, anche a seguito di un vertiginoso incremento demografico, l’opinione popolare ha perso qualsiasi interesse sull’argomento, accettando indiscriminatamente ogni tipo di unione.
  
 
== Descrizione ==
 
== Descrizione ==
  
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Lyndersin [pr. lìndersin], conosciuta anche con l’evocativo attributo di Valle degli Specchi, è una regione ampia, costituita per gran parte da un’estesa valle pianeggiante e lussureggiante, circondata da una vasta catena montuosa, i Monti Anello, che ne delinea il perimetro. Le zone non occupate dalle città sono principalmente boscose, ricche di laghi e fiumi molto utilizzati sia per la pesca che come alternativa alle strade per spostarsi lungo la regione. Proprio la presenza di questi abbondanti specchi d’acqua ha dato il soprannome alla Regione che, vista dalle alte montagne, riflette il colore del cielo. Prima della Guerra dei Cento Anni, le terre di Lyndersin si allargavano anche oltre i valichi montani, per un’estensione pari quasi ad un terzo dell’attuale territorio della regione, ma ora queste terre sono perdute a causa dell’avanzata del Wrax. Il clima è temperato per tutto l’arco dell’anno, ma non è raro vedere la neve sulle montagne a nord durante le stagioni più fredde. Gli abitanti delle Contee di Lydersin hanno stili di vita differenti a seconda dell’origine e del ceto: la società è fortemente piramidale e le ricchezze sono concentrate nelle classi elevate. Il gradino più basso è occupato da contadini e pastori; subito sopra di loro vi sono i piccoli artigiani e commercianti, che vedono crescere la propria importanza se adersicono ad una delle numerose corporazioni.
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Sacerdoti e Maghi del Triplice Ordine occupano un livello superiore, secondo solo alla nobiltà e, ovviamente, al Langravio. I ranghi nobiliari sono complessi ed il gioco delle “precedenze” fa parte dell’educazione di ogni rampollo. La famiglia del Langravio si trova ovviamente al vertice e il figlio primogenito, maschio o femmina che sia, porta il titolo di Principe della Corona e ne eredita il trono. I figli cadetti del sovrano, ed i loro discendenti, sono chiamati Principi Palatini, carica puramente onorifica e priva di terre. I Conti che regnano sulle tre Province sono secondi, per precedenza, solo ai sovrani e la loro carica è ereditaria. Anche i loro cadetti portano un titolo simbolico, quello di Visconte, senza ereditare alcuna terra. Un gradino più in basso troviamo i Baroni, che controllano i feudi minori, e per ultimi i Castellani che governano singoli manieri o piccoli borghi. Anche queste piccole signorie sono concesse con diritto di ereditarietà, ma i Conti possono revocarle in un qualsiasi momento e senza necessità di dare spiegazioni, anche se privare un vassallo del proprio feudo è un atto che nessun Conte compirebbe con leggerezza. L’ultimo titolo nobiliare di Lyndersin è quello di Cavaliere. Questo può essere concesso unicamente dal Langravio a chiunque tra i suoi sudditi abbia compiuto atti eroici o benemeriti. Tale titolo viene considerato pari a quello di Castellano e può a volte ricevere un piccolo feudo in dono, a discrezione del sovrano. La caratteristica più peculiare del Langraviato è la possibilità per chiunque, anche per chi nasce nelle famiglie più umili, di avere la sua occasione di gloria tentando l’ingresso nella carriera sacerdotale o arruolandosi nell’esercito langraviale e lottando per dimostrare il proprio valore nella guerra contro il Wrax. Coloro che nascono con il dono potenziale per la magia vengono individuati fin da bambini dai maghi del Triplice Ordine e tenuti d’occhio segretamente dagli Arkanhande [pr. arcanànde], i Reclutatori Arcani, fino a quando non mostrano una predisposizione per uno dei tre principi su cui si basa la magia regionale. A quel punto vengono contattati dall’Ordine relativo e reclutati come apprendisti. Dato che è un grande onore far parte del Triplice Ordine, quasi tutti accettano il reclutamento e ai rarissimi che rifiutano viene vietato l’utilizzo della magia. Ci sono voci che sussurrano come coloro che rifiutino l’ingresso in una delle tre branche dell’Ordine vengano seguiti segretamente per tutta la loro vita e siano fatti sparire nel nulla nel caso compiano un passo falso.
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== Culto ==
 
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La religione di Lyndersin venera un pantheon di otto divinità, noto nel complesso come Ottaedro. La maggior parte dei templi ha infatti pianta ottagonale, dove ogni lato dell'edificio ospita una cappella dedicata a ciascun dio; ogni tempio presenta inoltre in alto (al centro di una cupola nelle costruzioni più maestose) un varco noto come “occhio”, il quale riveste un importante significato sacro poiché si crede che consenta allo sguardo degli dèi di vegliare su ciò che accade nel loro tempio. I templi sono amministrati da sacerdoti noti come Kaplan [pr. Kaplàn] o Cappellani: costoro vivono a contatto con la popolazione, occupandosi dell'aspetto pubblico del culto dell’Ottaedro; possono sposarsi ed avere famiglia. Al contrario i Geweiht [pr. Ghevài ] o Consacrati sono sacerdoti che si occupano del culto di un'unica e specifica divinità dell'Ottaedro e che attendono alla cura dei sacrari ad essa dedicati. I Consacrati fanno voto di non contrarre matrimonio, di rinunciare al proprio retaggio familiare e di non abbandonare mai più i luoghi di culto specificatamente dedicati alla divinità che servono. Si tratta in pratica di monaci di clausura che si occupano degli aspetti più riservati e misterici del credo di ciascuno degli otto dèi. Il compito di questi sacerdoti è di compiacere le divinità affinché concedano i loro doni o non puniscano con la loro ira la popolazione di Lyndesin; solitamente chi adora divinità rappresentanti aspetti negativi della vita, come malattia e morte, ha il compito di rabbonire le divinità in modo da scongiurare tali eventi. È però capitato che siano stati scoperti individui, a volte affiliati a sette segrete, secondo i quali il servizio delle divinità di questo tipo consisterebbe proprio nella propagazione di questi mali; tali soggetti, in quanto pericolosi per tutta Lndersin, sono sempre stati puniti con la pena di morte. I testi sacri dei sacerdoti di Lyndersin narrano che le odierne divinità della regione un tempo altro non fossero che comuni mortali, i quali vennero elevati al rango divino quando il precedente pantheon venne distrutto durante la Guerra dei Custodi. Le essenze delle divinità cadute, in quanto imperiture, scesero nella Valle degli Specchi in forma di artefatti senzienti che, per affinità o scelta, riversarono il proprio potere divino in chi seppe mostrarsi degno di loro. Nessuna delle divinità dell'Ottaedro viene invocata con il proprio nome originario, poiché si ritiene che farlo sia una grave mancanza di rispetto, dal momento che ricorderebbe al dio il proprio passato da mortale. Il Vero Nome di ciascun dio viene svelato solo ai Geweiht che raggiungono i livelli più alti nella gerarchia dei Consacrati e viene pronunciato solo durante i riti più sacri e segreti ad esso dedicati. Per invocare comunemente gli dèi si usano degli appellativi, oppure le varianti nell’idioma locale dei nomi dei metalli a loro sacri. In Lyndersin non esiste adorazione per alcun altra entità che non per gli dei dell’Ottaedro: chi sostiene di credere negli spiriti o in altre forme di animismo viene, nel migliore dei casi, tacciato di faciloneria.
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L’Ottaedro è composto dalle seguenti divinità.
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=== La Dama d'Oro, detta Feingold [pr. fàingold] ===
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Patrona degli animi elevati ed eruditi, Signora della Sapienza e della Magia Bianca. Il suo artefatto sacro è uno scettro con una stella ad otto punte, forgiato in finissime lamine d’oro bianco. La Dama d’Oro viene rappresentata come una tennar di mezza età dalla pelle dorata e nel pieno fulgore della sua bellezza. Altrettanto dorati sono i capelli, acconciati con cura; gli occhi color cobalto sono sempre attenti e curiosi ed ella indossa ampie vesti candide dai ricami d’oro, degni di una regina. È rappresentata attorniata da molti libri e con una civetta meccanica realizzata per lei dall’Artefice di Bronzo nel metallo che le è sacro: il volatile le fa sempre compagnia e vuole il mito che le narri storie e conoscenze perdute ogni qualvolta la sua Signora ne abbia bisogno. Si narra che prima di ascendere fosse la sorella maggiore del mortale che divenne il Taumaturgo d’Ottone ed avesse un rapporto speciale con colei che sarebbe diventata la Paladina d’Argento, che era sua compagna di avventura e di vita.
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=== Il Taumaturgo d'Ottone, detto Latun [pr. làtun] ===
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Patrono degli animi solerti ed altruistici, Signore della Guarigione e della Compassione. Il suo artefatto sacro è una bacchetta d’ottone cesellata con intricate rune. Il Taumaturgo d’Ottone viene rappresentato come un giovane e bel tennar dal volto sereno e dalla pelle e dai capelli oro scuro; gli occhi sono bianchi e ciechi, perché si narra che sacrificò la vista per salvare la vita di un mendicante, il quale non aveva soldi per pagare ad un mago il filtro che curasse la malattia che lo affliggeva. È attorniato da poveri e bisognosi ed ha al suo fianco un cane d’ottone, in grado di muoversi e sentire come un essere vivente, che secondo il mito gli è stato donato dall’Artefice di Bronzo, per sopperire alla sua vista perduta. Si narra che prima di ascendere fosse il fratello minore della Dama d’Oro, che non abbia mai giaciuto con uomo o donna né mai abbia conosciuto l’amore, se non la compassione per tutti gli esseri viventi, e che il mortale che riuscisse nell’impresa di farlo innamorare di sé gli ruberebbe il manto divino.
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=== La Paladina d'Argento, detta Silber [pr. sìlber] ===
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Patrona degli animi coraggiosi e nobili, Signora della Guerra e del Coraggio. Il suo artefatto sacro è un pendente in argento a forma di spada bastarda. La Paladina d’Argento viene rappresentata come un’umana sui trent’anni, bella ma dal volto sofferente a causa di una ferita al fianco destro che non potrà mai guarire, poiché le è stata inflitta al momento della sua ascesa divina. Indossa un’armatura completa fatta d’argento, incisa con narrazioni di innumerevoli battaglie che paiono muoversi e “scriversi” costantemente su di essa. La si immagina solitaria e vigile, con al suo fianco unicamente il possente destriero d’argento forgiato per lei dall’Artefice di Bronzo, che ella cavalcherà in battaglia per difendere Lyndersin ogni volta che ce ne sarà bisogno. Si narra che prima di ascendere fosse la compagna di vita e di avventure della Dama d’Oro e che decise di divenire una divinità solo per amor suo, non volendo lasciarla sola in un’impresa così enorme, sebbene in verità ella desiderasse continuare a vivere e morire come una mortale, combattendo con i propri compagni d’arme.
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=== Il Custode d'Acciaio, detto Sthal [pr. stal] ===
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Patrono degli spiriti pacati e riflessivi, Signore della Morte e della Veglia. Il suo artefatto sacro è un grosso tomo rivestito con una copertina fatta in acciaio lucido, priva di alcun segno distintivo. Il Custode d’Acciaio viene rappresentato con il volto sempre coperto da una maschera fatta del metallo a lui sacro e lucida quanto uno specchio: questo perché si dice che ciò gli eviti di mostrare i propri sentimenti quando giudica l’anima dei defunti e perché consente a questi ultimi di specchiare il proprio volto di fronte al loro supremo giudice. Sebbene la maschera impedisca di vederne il viso e la razza, si pensa che il il dio fosse un umano; egli viene rappresentato con un corpo alto ed imponente, braccia e petto avvolti da strette fasce che ne sottolineano la possente muscolatura, ampi pantaloni ne cingono le gambe piazzate ed i capelli corvini sono raccolti in una lunga treccia. Tale raffigurazione lascerebbe intendere che egli fosse, nella sua vita mortale, più un lottatore che un asceta o almeno entrambe le cose. Avvolto intorno alle braccia ed al busto vi è il grande serpente d’acciaio vivente, realizzato per lui dall’Arteficie di Bronzo, che si dice ghermisca qualunque anima tenti di sfuggire al suo giudizio. C’è chi nei secoli, sottovoce e lontano dai sacerdoti, ha suggerito che il Custode d’Acciaio non fosse nativo di Lyndersin, ma uno straniero.
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=== La Vagabonda di Rame, detta Ehren [pr. èren] ===
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Patrona degli animi curiosi ed avventurosi, Signora della Scoperta e del Viaggio. Il suo artefatto sacro è un bastone ferrato fatto di legno vivo che di tanto in tanto fiorisce.
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La Vagabonda di Rame viene rappresentata come una snella e gioviale nymal dalla pelle coperta in alcuni punti da un piumaggio rossastro, corpo e volto umani ed occhi ramati ma simili a quelli di un rapace. Viene immaginata come una ragazzina sognante ed innamorata dell’avventura, costantemente circondata dagli animali grandi e piccoli della foresta, anche se su tutti primeggia il falco, forgiato per lei in fitte lamine di rame dall’Artefice di Bronzo, il quale le consente di vedere oltre l’orizzonte. Si narra che la Vagabonda di Rame e il Ladro di Piombo fossero cresciuti insieme in qualche povero villaggio ed avessero iniziato le loro avventurose peregrinazioni in cerca di una vita migliore. Crescendo si innamorarono, ma quando il Ladro di Piombo si vide messo innanzi alla scelta se diventare un dio o restare con la fanciulla che amava, scelse di tradirla. Fu un caso che vide anche la Vagabonda di Rame ascendere al rango divino e si narra che tutt’oggi lei lo ami e lo odi insieme, non sapendo decidersi se avversarlo o perdonarlo per sempre.
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=== L'Artefice di Bronzo, detto Erz ===
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Patrono degli animi determinati e creativi, Signore della Forgia e della Magia Rossa. Il suo artefatto sacro è un maglio di bronzo indistruttibile ed incandescente al tatto.
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L’Artefice di Bronzo viene rappresentato come un nymal tarchiato e massiccio, con i tratti di un leone e dal pessimo carattere. È immaginato sempre a battere nella sua fucina, intessendo magia nei suoi Prodigiosi artefatti, i migliori dei quali sono i metallici animali viventi fatti per se stesso e per le altre divinità. Si narra però che tali doni non siano stati un gesto di generosità, cosa che non gli sarebbe propria, ma abbiano ripagato un debito contratto con gli altri sette dèi, forse anche la sua ascesa a divinità. Infatti si dice che l’Artefice di Bronzo sia stato l’ultimo ad assurgere allo stato divino, completando così il pantheon di Lyndersin. Per sé l’Artefice di Bronzo ha realizzato un toro di bronzo, in grado di trasportare pesantissimi carichi di carbone alla fucina del suo Signore, nonché di difendere quella stessa fucina, sputando dalle narici fiamme capaci di incenerire qualsiasi creatura e sciogliere ogni metallo.
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=== Il Ladro di Piombo, detto Fuhren [pr. fùren] ===
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Patrono degli animi avidi e truffaldini, Signore del Furto e dell’Inganno. Il suo artefatto sacro è una moneta di piombo con il volto del dio impresso su entrambi i lati. Il Ladro di Piombo viene descritto come un giovane egys dalle orecchie lunghe e flosce e con gli occhi dalle iridi completamente nere. Veste abiti sontuosi ma estremamente pratici, così da facilitargli fughe o furti alla bisogna, mentre le dita delle mani sono ricoperte di anelli preziosi. È però descritto privo del mignolo sinistro, che si dice abbia sacrificato da mortale per salvare la sua compagna ed innamorata, la Vagabonda di Rame, che pure avrebbe poi tradito scegliendo l’immortalità e la vita da dio piuttosto che il suo amore. Di solito lo si immagina circondato da fanciulle di ogni razza che lo adulano, mentre i suoi tesori sono sorvegliati incessantemente da un furetto di piombo animato, creato per lui dall’Artefice di Bronzo. Si pensa che il Ladro di Piombo sia, nonostante tutto, perennemente insoddisfatto, avendo perso l’unica cosa che non si possa rubare: l’amore della donna amata.
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=== La Strega di Ferro, detta Eisen [pr. àisen] ===
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Patrona degli animi sanguinari ed egoisti, Signora della Sofferenza e della Magia Nera. Il suo artefatto sacro è una daga di ferro nero attraversata da venature rosso sangue. La Strega di Ferro viene rappresentata come una voluttuosa egys dalle lunghe orecchie a punta, affilate corna che sbucano dalla fronte, occhi del colore dell’ametista, capelli argentei e pelle del colore dell’onice, sebbene si narri che abbia acquisito quest’ultimo tratto solo al momento della sua ascesa a divinità. Viene immaginata con una frusta in mano, pronta a colpire gli uomini prostrati e adoranti ai suoi piedi, mentre il suo grosso felino animato, donatole dall’Artefice di Bronzo e fatto del materiale che le è sacro, è pronto a sbranare chiunque tenti di reagire alle punizioni della sua padrona. Sebbene sia la signora degli animi sanguinari ed egoisti, in verità questi sono i primi a subire la sua furia. Si narra infatti che colei che divenne la Strega di Ferro fosse in vita buona e generosa, ma che la crudeltà umana l’abbia totalmente trasformata, negandole quella pietà che ora lei rifiuta agli altri, specie a chi la adora. Alcune versioni del mito raccontano che da mortale fosse una sapiente, accusata di stregoneria dopo aver fallito nel salvare un villaggio da una pestilenza, bruciata o affogata per questo dopo aver visto uccisi tutti i suoi cari. Altri parlano di un nobile respinto, che la mandò a morte per non aver ceduto alla sua lussuria mentre l’amato marito ed i figli venivano imprigionati e torturati innanzi a lei.
  
 
== Capitale ==
 
== Capitale ==

Revision as of 09:06, 17 July 2019

Langraviato di Lyndersin

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Custode

Grenwald [pr. grìnvald], Signore dei Boschi e dei Laghi, conosciuto anche come “Protettore di ogni creatura vivente” e, secondo alcuni, “padre” degli Heldur. Creatura antropomorfa di imponenti dimensioni, la sua pelle è ricoperta di corteccia e nelle sue vene scorre la linfa dei boschi di Lyndersin. I capelli sono composti da foglie, erba e licheni che cambiano colore a seconda della stagione. A Grenwald si attribuiscono una grande arguzia e magici poteri, nonché un carattere volubile e capriccioso: le leggende lo descrivono particolarmente incline ai dispetti e alle ripicche. Sebbene non esista nessuna testimonianza di incontri tra Grenwald e un essere vivente, alcune leggende affermano che possa assumere diverse forme di animali o quella di satiro; in ogni caso, questa convinzione si traduce in un profondo rispetto da parte degli abitanti di Lyndersin nei confronti della flora e della fauna della Regione; inoltre alla sua natura magica viene, a seconda delle leggende, legata l’origine degli Heldur, i Predestinati di Lyndersin

Motto

Vivere ardendo, consumarsi mai.

Tipo di Governo

Monarchia ereditaria. Il sovrano di Lyndersin porta il titolo di Langravio e discende dall’eroe della Guerra dei Cento Anni. Il Langraviato nasce come l’unione delle tre Contee di Wingerson, Mittler e Domernac, alle quali solo di recente è stato aggiunto il protettorato militare della Contea di Lutprentag. I signori delle prime tre contee fanno parte della Gran Consulta del Langraviato, portando il titolo di Ehrengarde [pr. erengàrde], o Guardiani d’Onore; ad essi si aggiungono l’Erzmagier [pr. erzmàghier] o Arcimago del Triplice Ordine di Lyndersin ed infine il Kommis o Capitano del Popolo, scelto tra le fila delle corporazioni del paese. Tale consiglio ha valore consultivo o di assistenza alla reggenza, qualora ve ne sia bisogno; per il resto il sovrano di Lyndersin agisce come un monarca assoluto.

Razze

Lyndersin è abitata da un equilibrato miscuglio di tutte le razze di Vaniria che vivono in pace tra loro. La popolazione di Lyndersyn è estremamente variegata e, specialmente nelle città principali, ogni razza è accettata e apprezzata per le sue caratteristiche intrinseche. Sebbene in passato i matrimoni interraziali non fossero ben visti a causa dell’impossibilità di generare prole, negli ultimi anni, anche a seguito di un vertiginoso incremento demografico, l’opinione popolare ha perso qualsiasi interesse sull’argomento, accettando indiscriminatamente ogni tipo di unione.

Descrizione

Lyndersin [pr. lìndersin], conosciuta anche con l’evocativo attributo di Valle degli Specchi, è una regione ampia, costituita per gran parte da un’estesa valle pianeggiante e lussureggiante, circondata da una vasta catena montuosa, i Monti Anello, che ne delinea il perimetro. Le zone non occupate dalle città sono principalmente boscose, ricche di laghi e fiumi molto utilizzati sia per la pesca che come alternativa alle strade per spostarsi lungo la regione. Proprio la presenza di questi abbondanti specchi d’acqua ha dato il soprannome alla Regione che, vista dalle alte montagne, riflette il colore del cielo. Prima della Guerra dei Cento Anni, le terre di Lyndersin si allargavano anche oltre i valichi montani, per un’estensione pari quasi ad un terzo dell’attuale territorio della regione, ma ora queste terre sono perdute a causa dell’avanzata del Wrax. Il clima è temperato per tutto l’arco dell’anno, ma non è raro vedere la neve sulle montagne a nord durante le stagioni più fredde. Gli abitanti delle Contee di Lydersin hanno stili di vita differenti a seconda dell’origine e del ceto: la società è fortemente piramidale e le ricchezze sono concentrate nelle classi elevate. Il gradino più basso è occupato da contadini e pastori; subito sopra di loro vi sono i piccoli artigiani e commercianti, che vedono crescere la propria importanza se adersicono ad una delle numerose corporazioni. Sacerdoti e Maghi del Triplice Ordine occupano un livello superiore, secondo solo alla nobiltà e, ovviamente, al Langravio. I ranghi nobiliari sono complessi ed il gioco delle “precedenze” fa parte dell’educazione di ogni rampollo. La famiglia del Langravio si trova ovviamente al vertice e il figlio primogenito, maschio o femmina che sia, porta il titolo di Principe della Corona e ne eredita il trono. I figli cadetti del sovrano, ed i loro discendenti, sono chiamati Principi Palatini, carica puramente onorifica e priva di terre. I Conti che regnano sulle tre Province sono secondi, per precedenza, solo ai sovrani e la loro carica è ereditaria. Anche i loro cadetti portano un titolo simbolico, quello di Visconte, senza ereditare alcuna terra. Un gradino più in basso troviamo i Baroni, che controllano i feudi minori, e per ultimi i Castellani che governano singoli manieri o piccoli borghi. Anche queste piccole signorie sono concesse con diritto di ereditarietà, ma i Conti possono revocarle in un qualsiasi momento e senza necessità di dare spiegazioni, anche se privare un vassallo del proprio feudo è un atto che nessun Conte compirebbe con leggerezza. L’ultimo titolo nobiliare di Lyndersin è quello di Cavaliere. Questo può essere concesso unicamente dal Langravio a chiunque tra i suoi sudditi abbia compiuto atti eroici o benemeriti. Tale titolo viene considerato pari a quello di Castellano e può a volte ricevere un piccolo feudo in dono, a discrezione del sovrano. La caratteristica più peculiare del Langraviato è la possibilità per chiunque, anche per chi nasce nelle famiglie più umili, di avere la sua occasione di gloria tentando l’ingresso nella carriera sacerdotale o arruolandosi nell’esercito langraviale e lottando per dimostrare il proprio valore nella guerra contro il Wrax. Coloro che nascono con il dono potenziale per la magia vengono individuati fin da bambini dai maghi del Triplice Ordine e tenuti d’occhio segretamente dagli Arkanhande [pr. arcanànde], i Reclutatori Arcani, fino a quando non mostrano una predisposizione per uno dei tre principi su cui si basa la magia regionale. A quel punto vengono contattati dall’Ordine relativo e reclutati come apprendisti. Dato che è un grande onore far parte del Triplice Ordine, quasi tutti accettano il reclutamento e ai rarissimi che rifiutano viene vietato l’utilizzo della magia. Ci sono voci che sussurrano come coloro che rifiutino l’ingresso in una delle tre branche dell’Ordine vengano seguiti segretamente per tutta la loro vita e siano fatti sparire nel nulla nel caso compiano un passo falso.

Culto

La religione di Lyndersin venera un pantheon di otto divinità, noto nel complesso come Ottaedro. La maggior parte dei templi ha infatti pianta ottagonale, dove ogni lato dell'edificio ospita una cappella dedicata a ciascun dio; ogni tempio presenta inoltre in alto (al centro di una cupola nelle costruzioni più maestose) un varco noto come “occhio”, il quale riveste un importante significato sacro poiché si crede che consenta allo sguardo degli dèi di vegliare su ciò che accade nel loro tempio. I templi sono amministrati da sacerdoti noti come Kaplan [pr. Kaplàn] o Cappellani: costoro vivono a contatto con la popolazione, occupandosi dell'aspetto pubblico del culto dell’Ottaedro; possono sposarsi ed avere famiglia. Al contrario i Geweiht [pr. Ghevài ] o Consacrati sono sacerdoti che si occupano del culto di un'unica e specifica divinità dell'Ottaedro e che attendono alla cura dei sacrari ad essa dedicati. I Consacrati fanno voto di non contrarre matrimonio, di rinunciare al proprio retaggio familiare e di non abbandonare mai più i luoghi di culto specificatamente dedicati alla divinità che servono. Si tratta in pratica di monaci di clausura che si occupano degli aspetti più riservati e misterici del credo di ciascuno degli otto dèi. Il compito di questi sacerdoti è di compiacere le divinità affinché concedano i loro doni o non puniscano con la loro ira la popolazione di Lyndesin; solitamente chi adora divinità rappresentanti aspetti negativi della vita, come malattia e morte, ha il compito di rabbonire le divinità in modo da scongiurare tali eventi. È però capitato che siano stati scoperti individui, a volte affiliati a sette segrete, secondo i quali il servizio delle divinità di questo tipo consisterebbe proprio nella propagazione di questi mali; tali soggetti, in quanto pericolosi per tutta Lndersin, sono sempre stati puniti con la pena di morte. I testi sacri dei sacerdoti di Lyndersin narrano che le odierne divinità della regione un tempo altro non fossero che comuni mortali, i quali vennero elevati al rango divino quando il precedente pantheon venne distrutto durante la Guerra dei Custodi. Le essenze delle divinità cadute, in quanto imperiture, scesero nella Valle degli Specchi in forma di artefatti senzienti che, per affinità o scelta, riversarono il proprio potere divino in chi seppe mostrarsi degno di loro. Nessuna delle divinità dell'Ottaedro viene invocata con il proprio nome originario, poiché si ritiene che farlo sia una grave mancanza di rispetto, dal momento che ricorderebbe al dio il proprio passato da mortale. Il Vero Nome di ciascun dio viene svelato solo ai Geweiht che raggiungono i livelli più alti nella gerarchia dei Consacrati e viene pronunciato solo durante i riti più sacri e segreti ad esso dedicati. Per invocare comunemente gli dèi si usano degli appellativi, oppure le varianti nell’idioma locale dei nomi dei metalli a loro sacri. In Lyndersin non esiste adorazione per alcun altra entità che non per gli dei dell’Ottaedro: chi sostiene di credere negli spiriti o in altre forme di animismo viene, nel migliore dei casi, tacciato di faciloneria. L’Ottaedro è composto dalle seguenti divinità.

La Dama d'Oro, detta Feingold [pr. fàingold]

Patrona degli animi elevati ed eruditi, Signora della Sapienza e della Magia Bianca. Il suo artefatto sacro è uno scettro con una stella ad otto punte, forgiato in finissime lamine d’oro bianco. La Dama d’Oro viene rappresentata come una tennar di mezza età dalla pelle dorata e nel pieno fulgore della sua bellezza. Altrettanto dorati sono i capelli, acconciati con cura; gli occhi color cobalto sono sempre attenti e curiosi ed ella indossa ampie vesti candide dai ricami d’oro, degni di una regina. È rappresentata attorniata da molti libri e con una civetta meccanica realizzata per lei dall’Artefice di Bronzo nel metallo che le è sacro: il volatile le fa sempre compagnia e vuole il mito che le narri storie e conoscenze perdute ogni qualvolta la sua Signora ne abbia bisogno. Si narra che prima di ascendere fosse la sorella maggiore del mortale che divenne il Taumaturgo d’Ottone ed avesse un rapporto speciale con colei che sarebbe diventata la Paladina d’Argento, che era sua compagna di avventura e di vita.

Il Taumaturgo d'Ottone, detto Latun [pr. làtun]

Patrono degli animi solerti ed altruistici, Signore della Guarigione e della Compassione. Il suo artefatto sacro è una bacchetta d’ottone cesellata con intricate rune. Il Taumaturgo d’Ottone viene rappresentato come un giovane e bel tennar dal volto sereno e dalla pelle e dai capelli oro scuro; gli occhi sono bianchi e ciechi, perché si narra che sacrificò la vista per salvare la vita di un mendicante, il quale non aveva soldi per pagare ad un mago il filtro che curasse la malattia che lo affliggeva. È attorniato da poveri e bisognosi ed ha al suo fianco un cane d’ottone, in grado di muoversi e sentire come un essere vivente, che secondo il mito gli è stato donato dall’Artefice di Bronzo, per sopperire alla sua vista perduta. Si narra che prima di ascendere fosse il fratello minore della Dama d’Oro, che non abbia mai giaciuto con uomo o donna né mai abbia conosciuto l’amore, se non la compassione per tutti gli esseri viventi, e che il mortale che riuscisse nell’impresa di farlo innamorare di sé gli ruberebbe il manto divino.

La Paladina d'Argento, detta Silber [pr. sìlber]

Patrona degli animi coraggiosi e nobili, Signora della Guerra e del Coraggio. Il suo artefatto sacro è un pendente in argento a forma di spada bastarda. La Paladina d’Argento viene rappresentata come un’umana sui trent’anni, bella ma dal volto sofferente a causa di una ferita al fianco destro che non potrà mai guarire, poiché le è stata inflitta al momento della sua ascesa divina. Indossa un’armatura completa fatta d’argento, incisa con narrazioni di innumerevoli battaglie che paiono muoversi e “scriversi” costantemente su di essa. La si immagina solitaria e vigile, con al suo fianco unicamente il possente destriero d’argento forgiato per lei dall’Artefice di Bronzo, che ella cavalcherà in battaglia per difendere Lyndersin ogni volta che ce ne sarà bisogno. Si narra che prima di ascendere fosse la compagna di vita e di avventure della Dama d’Oro e che decise di divenire una divinità solo per amor suo, non volendo lasciarla sola in un’impresa così enorme, sebbene in verità ella desiderasse continuare a vivere e morire come una mortale, combattendo con i propri compagni d’arme.

Il Custode d'Acciaio, detto Sthal [pr. stal]

Patrono degli spiriti pacati e riflessivi, Signore della Morte e della Veglia. Il suo artefatto sacro è un grosso tomo rivestito con una copertina fatta in acciaio lucido, priva di alcun segno distintivo. Il Custode d’Acciaio viene rappresentato con il volto sempre coperto da una maschera fatta del metallo a lui sacro e lucida quanto uno specchio: questo perché si dice che ciò gli eviti di mostrare i propri sentimenti quando giudica l’anima dei defunti e perché consente a questi ultimi di specchiare il proprio volto di fronte al loro supremo giudice. Sebbene la maschera impedisca di vederne il viso e la razza, si pensa che il il dio fosse un umano; egli viene rappresentato con un corpo alto ed imponente, braccia e petto avvolti da strette fasce che ne sottolineano la possente muscolatura, ampi pantaloni ne cingono le gambe piazzate ed i capelli corvini sono raccolti in una lunga treccia. Tale raffigurazione lascerebbe intendere che egli fosse, nella sua vita mortale, più un lottatore che un asceta o almeno entrambe le cose. Avvolto intorno alle braccia ed al busto vi è il grande serpente d’acciaio vivente, realizzato per lui dall’Arteficie di Bronzo, che si dice ghermisca qualunque anima tenti di sfuggire al suo giudizio. C’è chi nei secoli, sottovoce e lontano dai sacerdoti, ha suggerito che il Custode d’Acciaio non fosse nativo di Lyndersin, ma uno straniero.

La Vagabonda di Rame, detta Ehren [pr. èren]

Patrona degli animi curiosi ed avventurosi, Signora della Scoperta e del Viaggio. Il suo artefatto sacro è un bastone ferrato fatto di legno vivo che di tanto in tanto fiorisce. La Vagabonda di Rame viene rappresentata come una snella e gioviale nymal dalla pelle coperta in alcuni punti da un piumaggio rossastro, corpo e volto umani ed occhi ramati ma simili a quelli di un rapace. Viene immaginata come una ragazzina sognante ed innamorata dell’avventura, costantemente circondata dagli animali grandi e piccoli della foresta, anche se su tutti primeggia il falco, forgiato per lei in fitte lamine di rame dall’Artefice di Bronzo, il quale le consente di vedere oltre l’orizzonte. Si narra che la Vagabonda di Rame e il Ladro di Piombo fossero cresciuti insieme in qualche povero villaggio ed avessero iniziato le loro avventurose peregrinazioni in cerca di una vita migliore. Crescendo si innamorarono, ma quando il Ladro di Piombo si vide messo innanzi alla scelta se diventare un dio o restare con la fanciulla che amava, scelse di tradirla. Fu un caso che vide anche la Vagabonda di Rame ascendere al rango divino e si narra che tutt’oggi lei lo ami e lo odi insieme, non sapendo decidersi se avversarlo o perdonarlo per sempre.

L'Artefice di Bronzo, detto Erz

Patrono degli animi determinati e creativi, Signore della Forgia e della Magia Rossa. Il suo artefatto sacro è un maglio di bronzo indistruttibile ed incandescente al tatto. L’Artefice di Bronzo viene rappresentato come un nymal tarchiato e massiccio, con i tratti di un leone e dal pessimo carattere. È immaginato sempre a battere nella sua fucina, intessendo magia nei suoi Prodigiosi artefatti, i migliori dei quali sono i metallici animali viventi fatti per se stesso e per le altre divinità. Si narra però che tali doni non siano stati un gesto di generosità, cosa che non gli sarebbe propria, ma abbiano ripagato un debito contratto con gli altri sette dèi, forse anche la sua ascesa a divinità. Infatti si dice che l’Artefice di Bronzo sia stato l’ultimo ad assurgere allo stato divino, completando così il pantheon di Lyndersin. Per sé l’Artefice di Bronzo ha realizzato un toro di bronzo, in grado di trasportare pesantissimi carichi di carbone alla fucina del suo Signore, nonché di difendere quella stessa fucina, sputando dalle narici fiamme capaci di incenerire qualsiasi creatura e sciogliere ogni metallo.

Il Ladro di Piombo, detto Fuhren [pr. fùren]

Patrono degli animi avidi e truffaldini, Signore del Furto e dell’Inganno. Il suo artefatto sacro è una moneta di piombo con il volto del dio impresso su entrambi i lati. Il Ladro di Piombo viene descritto come un giovane egys dalle orecchie lunghe e flosce e con gli occhi dalle iridi completamente nere. Veste abiti sontuosi ma estremamente pratici, così da facilitargli fughe o furti alla bisogna, mentre le dita delle mani sono ricoperte di anelli preziosi. È però descritto privo del mignolo sinistro, che si dice abbia sacrificato da mortale per salvare la sua compagna ed innamorata, la Vagabonda di Rame, che pure avrebbe poi tradito scegliendo l’immortalità e la vita da dio piuttosto che il suo amore. Di solito lo si immagina circondato da fanciulle di ogni razza che lo adulano, mentre i suoi tesori sono sorvegliati incessantemente da un furetto di piombo animato, creato per lui dall’Artefice di Bronzo. Si pensa che il Ladro di Piombo sia, nonostante tutto, perennemente insoddisfatto, avendo perso l’unica cosa che non si possa rubare: l’amore della donna amata.

La Strega di Ferro, detta Eisen [pr. àisen]

Patrona degli animi sanguinari ed egoisti, Signora della Sofferenza e della Magia Nera. Il suo artefatto sacro è una daga di ferro nero attraversata da venature rosso sangue. La Strega di Ferro viene rappresentata come una voluttuosa egys dalle lunghe orecchie a punta, affilate corna che sbucano dalla fronte, occhi del colore dell’ametista, capelli argentei e pelle del colore dell’onice, sebbene si narri che abbia acquisito quest’ultimo tratto solo al momento della sua ascesa a divinità. Viene immaginata con una frusta in mano, pronta a colpire gli uomini prostrati e adoranti ai suoi piedi, mentre il suo grosso felino animato, donatole dall’Artefice di Bronzo e fatto del materiale che le è sacro, è pronto a sbranare chiunque tenti di reagire alle punizioni della sua padrona. Sebbene sia la signora degli animi sanguinari ed egoisti, in verità questi sono i primi a subire la sua furia. Si narra infatti che colei che divenne la Strega di Ferro fosse in vita buona e generosa, ma che la crudeltà umana l’abbia totalmente trasformata, negandole quella pietà che ora lei rifiuta agli altri, specie a chi la adora. Alcune versioni del mito raccontano che da mortale fosse una sapiente, accusata di stregoneria dopo aver fallito nel salvare un villaggio da una pestilenza, bruciata o affogata per questo dopo aver visto uccisi tutti i suoi cari. Altri parlano di un nobile respinto, che la mandò a morte per non aver ceduto alla sua lussuria mentre l’amato marito ed i figli venivano imprigionati e torturati innanzi a lei.

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