Vadreen

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Vadreen

Questa Regione è riservata ai personaggi concordati con la Regia a seconda delle necessità dell'evento.

Custode

Samanos, la Roccia Sognante. Secondo la leggenda è un gigante di roccia che vive sepolto ed addormentato nelle paludi. La sommità della sua testa spunta dalla melma, creando un’imponente collina che di tanto in tanto sussulta, quando il gigante fa strani sogni. Dove sia questa collina non si sa con certezza, ma si sospetta sia una di quelle che fanno parte della regione più ricca di saros. Sempre secondo la tradizione popolare il saros non sarebbe altro che le lacrime del gigante, piante durante incubi particolarmente inquietanti.

Motto

Il movimento è vita

Tipo di Governo

Oligarchia. Vadreen è governata dalle cinque famiglie mercantili più facoltose, riunite nel Consiglio dei Creatori, che si occupa di ogni aspetto socio-politico della regione. Questo è il governo a cui fanno riferimento le regioni estere. I Naras non hanno mai riconosciuto ufficialmente il governo umano, ma da anni non lo combattono più apertamente, e tra le due comunità c’è una sorta di fragile tregua non scritta. I Naras, da parte loro, non hanno un sovrano, ma di generazione in generazione riconoscono uno o una di loro come guida della collettività, di solito sulla base della sua reputazione di saggezza.

Razze

Nymal (autoctoni) e umani.

Descrizione

Vadreen [pr. vadrìin], conosciuta anche come la Terra delle Rane, è una fetta di terra chiusa tra due catene montuose e un fiume di grandi dimensioni. La catena di monti che si sviluppa da ovest verso est è nota alla popolazione con il nome di Saukeli (Strada del Sole) ed è particolarmente densa di vegetazione e cacciagione. La seconda catena montuosa, che va da ovest a sud, è nota invece come Kalnodi (Monti Neri): è caratterizzata da pareti scoscese e picchi aguzzi, spesso circondati da nubi temporalesche. I monti Kalnodi sono spesso soggetti a forti tempeste che creano corsi d’acqua che scorrono verso valle, generando crepacci e cascate e confluendo nel Dydelis, il grande fiume che chiude la regione scorrendo da nord a sud. L’irruenza di questo mastodontico corso d’acqua ha reso impossibile la costruzione di un ponte o di una struttura che resistesse alla sua forza per più di qualche mese: ogni tentativo è fallito miseramente alla prima piena. Le piene a Vadreen sono un fenomeno costante e imprevedibile; non esistono infatti un periodo delle piogge e un periodo secco: a causa delle tempeste sui monti Kalnodi ogni periodo dell’anno può essere caratterizzato da forti precipitazioni e conseguenti straripamenti dei corsi d’acqua. Non vi è mai un vero cambio di stagione: la temperatura è costante, piuttosto calda, più o meno tutto l’anno; l’ambiente è molto umido, tranne quando le tempeste sui Kalnodi si trasformano in tormente e il ghiaccio dei monti scivola a valle, portando un po’ di refrigerio, o quando il vento trasporta l’aria fredda dei Kalnodi innevati sul resto della regione. La terra che si sviluppa tra monti e fiume è un’enorme palude, un susseguirsi di corsi d’acqua, isolotti asciutti e acquitrini insidiosi. La vegetazione predominante è composta da canne, ninfee e giganteschi salici carichi di piante rampicanti e liane, che rendono difficilissimo attraversare la regione senza il giusto equipaggiamento. Ogni strada e ponticello che viene realizzato ha bisogno di una costante manutenzione per evitare che il pantano, muschi e licheni ne cancellino presto ogni traccia. La fauna è varia ma comprende per lo più piccoli animali. Rane e serpenti sono i signori incontrastati della zona, ma non è raro imbattersi in roditori, volpi, lupi e alligatori. Gli uccelli hanno spesso le dita palmate e i becchi larghi atti a cercare larve e piccoli pesci nel fango. Il pesce è la fonte primaria di cibo per la popolazione locale, mente gli insetti sono spesso utilizzati nella medicina tradizionale. La popolazione che abita la regione comprende umani, che vivono quasi esclusivamente nelle due città principali, e nymal che abitano le paludi. Le città sono dominate dal Consiglio dei Creatori, mentre sulle paludi il controllo di quest’autorità è meramente teorico, perché la popolazione palustre è talmente sparpagliata e selvaggia da rappresentare un terreno poco fertile per concetti come ordine, disciplina o tasse. D’altro canto nessuna delle famiglie del Consiglio dei Creatori è mai sembrata intenzionata a darsi disturbo a battere palude per palude alla ricerca di intese con gli autoctoni. La famiglia più potente è quella degli Urbonas: la loro influenza deriva dal denaro che ricavano vendendo saros, una melma rosso scuro. Il saros è un composto alchemico naturale molto presente nelle paludi di Vadreen, che si concentra in polle che salgono a galla di tanto in tanto in varie zone; tutta Vadreen ne fa un ampio uso: il saros infatti ha proprietà mediche che vengono ampiamente sfruttate dalla popolazione più selvaggia della regione, oppure è una fonte di energia eccezionale. Quasi tutto a Kalnas e Ferja si muove grazie al saros. Le famiglie del Consiglio dei Creatori sono tutte in un modo o nell’altro collegate a questo bene primario: c’è chi lo estrae, chi lo immagazzina, chi lo vende e chi crea oggetti che ne hanno bisogno. Il saros è anche oggetto della prima e più importante legge di Vadreen, una regola di importanza vitale che, se non rispettata, può portare a danni inimmaginabili: “è vietato accumulare in un unico contenitore od oggetto più di tre litri di saros”. Questa legge fu promulgata nel 1203 dal primo sovrano di Vadreen, quando si scoprì che il saros è altamente instabile ed esplosivo sopra un certo quantitativo; finché rimane nelle acque paludose e placide non vi è pericolo, ma una volta estratto bisogna maneggiarlo con cura ed evitare di accumularne troppo perché, a causa di una reazione ancora non chiara agli studiosi, superato un livello soglia, il rischio che esploda aumenta esponenzialmente. La vita in città è agevolata ampiamente da costrutti ingegneristici di varia natura, da elevatori in legno e ferro, a lampioni che producono luce tramite una reazione alchemica, ai bollitori nelle case. La milizia è dotata di armi potenziate da marchingegni, il tempo che scorre è contato da orologi e via dicendo. Ogni casa è dotata di acqua corrente, che viene sospinta verso l’alto fino a raggiungere anche i piani più alti grazie ad un sistema di pompe idrauliche. Per gli spostamenti lungo la regione gli abitanti delle città usano delle chiatte di varie dimensioni, dette lelja, che scorrono veloci sulle acque sospinte da una grossa elica mossa da un intricato sistema di funi e contrappesi. Tutti i macchinari di Vadreen che prevedono l’impiego di saros, ossia quelli non meramente meccanici, devono essere di dimensioni contenute, altrimenti il quantitativo di reagente necessario per attivarli li renderebbe altamente pericolosi; furono tentati in passato progetti mastodontici da Creatori molto audaci, ma ogni progetto fu abbandonato o saltò in aria con un’innumerevole conta di vittime. I nymal chiamano se stessi Naras: raramente si mostrano in città, poiché la popolazione cittadina li teme e li disprezza a causa del loro aspetto, e li chiama spregiativamente “uomini rana”; si radunano invece in piccoli villaggi su palafitte all’interno delle paludi, che vengono spesso spostati o abbandonati. Le caratteristiche fisiche più comuni dei nymal di questa regione sono attinenti agli animali che popolano il loro ambiente naturale, quindi principalmente anfibi e rettili; qualche volta si possono riscontrare tratti da lupi o da volpi.

Culto

Soprattutto per via della spiccata propensione della popolazione umana per la scienza e la ricerca, Vadreen è sostanzialmente una regione atea, almeno per quanto riguarda il governo ufficiale e le grandi città. Nelle zone paludose, tuttavia, tra i Naras, sono presenti alcune tradizioni popolari che possono sfociare in piccoli rituali, ad esempio è usanza dei nymal ritrovarsi in piccoli gruppi durante le notti di luna piena per celebrare matrimoni o commemorazioni dei defunti; i nymal in queste situazioni mangiano insieme e si raccontano storie e sogni. Questi riti sono legati soprattutto al ricordo e alla cura dei defunti: si parla di loro, si raccontano ai più piccoli storie di quando erano in vita e si ricordano gesta eroiche degli eroi caduti in battaglia. Il rituale più importante viene celebrato durante la prima notte di luna piena dell’anno, nell’acquitrino del sangue: vengono offerti animali in sacrificio ai morti e le acque della palude si tingono nuovamente di rosso, in memoria della grande battaglia che è stata combattuta in quei luoghi; vengono intonati canti antichi e si mangia attorno a fuochi che vengono allestiti per l’occasione. Questo è uno dei rari casi in cui tutta la popolazione di uomini-rana della regione si riunisce in unico luogo.

Capitale

Kalnas, città costruita in pietra, legno e ferro in una fusione quasi indistricabile. I suoi edifici non sono molto alti, tranne il Palazzo delle Creazioni, che è una sorta di municipio nonché il cuore della città stessa dal punto di vista politico. La città è divisa in quattro zone: il quartiere mercantile, il quartiere degli speziali, il quartiere dei creatori e il quartiere popolare. Gli edifici sono dotati di molte comodità ingegneristiche.

Province

Le aree che si possono distinguere nella regione sono le paludi a sud di Kalnas (che sorge su una gigantesca collina quasi al centro della regione) che sono più fitte, buie e meno abitate, le paludi a nord di Kalnas che invece diventano sempre più abitabili man mano che ci si avvicina ai monti Saukeli. Le principali differenze politico/culturali però si riscontrano tra i cittadini e i palustri: le città infatti costituiscono delle aree più civilizzate in mezzo ad un ampissima area popolata da uomini rana che vivono ancora in modo semplice e tradizionale. Ferja è l’altra città degna di nota esistente nella regione, sorge ai piedi dei monti Saukeli ed è per lo più una città di passaggio per la gente che viene a fare affari coi minatori e taglialegna che ricercano materie prime sui monti. Ricca di osterie e bische, anche qui la vita della popolazione è resa molto più facile da diversi congegni meccanici. La vita all’interno di Kalnas è ben regolata, la popolazione veste in maniera colorata indossando spesso accessori come cappelli o corpetti. Le dame si trovano spesso per il tè mentre gli uomini hanno appositi locali a loro dedicati in cui ritrovarsi a leggere o colloquiare. Spesso vengono indette feste nei salotti delle famiglie più facoltose; le case sono ricche e ben ordinate, decorate con opere d’arte e tessuti; le famiglie che se lo possono permettere spesso hanno domestici e balie. Le donne, pur non essendo considerate esattamente al pari degli uomini, sono comunque trattate con estremo rispetto e tenute in considerazione per le decisioni più importanti della comunità. La medicina, la teconolgia, la scienza e lo studio sono estremamente rilevanti, decine e decine di libri vengono scritti ogni anno sugli argomenti più disparati; gli abitanti delle città non sono superstiziosi e non perdono tempo con frivolezze di fantasia, sono persone razionali e dedite al lavoro che vivono una vita serena e ordinata nella loro gabbia d’oro che li protegge da una natura ostile e ignota ai più. La vita dei Naras, chiamati anche uomini rana, è invece totalmente differente: un po’ per loro natura e un po’ per via della storia recente, i nymal sono molto solitari. Vivono in piccole comunità, spostandosi molto spesso. Maschi e femmine sono trattati alla stessa maniera, combattono fianco a fianco in caso di scontri, crescono insieme i figli. Le abitazioni sono fatte in legno, spesso sporche e piene di ammennicoli di varia natura che i nymal trovano nelle paludi. Gli uomini rana Indossano abiti semplici, spesso bucati o rammendati più volte, sui toni del verde e del marrone anche se, talvolta, possono indossare vestiario proveniente dalla città e ritrovato nelle paludi.

I Mitai

I Mitai sono bambini che nascono con particolari doti di forza e resistenza. Non è ben chiaro quali siano le condizioni necessarie per far sì che questo accada: sono nati Mitai in famiglie umane e Naras di qualunque estrazione sociale; non dipende né dal momento del concepimento, né da quello della nascita, né da particolari alimenti. In una società per cui lo studio e la ragione sono tutto, questa incertezza ha spinto gli studiosi ad approfonditi studi e ardimentose teorie, la più accreditata delle quali al momento è che i bambini Mitai nascano quando la madre, durante la gravidanza, inala effluvi di saros. Questo avverrebbe per i Naras perché spesso nelle paludi il saros crea delle bolle che scoppiano emettendo fumi rossastri, e in città a causa degli scarti di lavorazione che vengono rilasciati dai camini. Questa teoria ha dato così il via a una sorta di fissazione tra le future mamme delle città, che comprano a prezzi salati boccette di estratto di saros profumato da annusare durante tutta la gestazione oppure, al contrario, pretendono di andare a passare la gravidanza chiuse in qualche casa della periferia, dove il saros è meno onnipresente, di fatto rinunciando a molte delle comodità abituali.

Livello Tecnologico

Alto all’interno delle città: molti congegni rendono più semplice la vita per la popolazione. Nelle paludi invece i congegni sono più rari e preziosi, spesso usati come merce di scambio. Il saros, che nelle città è ampiamente usato come carburante per marchingegni, nelle paludi è usato per lo più come componente di impiastri e poltiglie mediche.

Sentieri

Vadreen ha un Sentiero stabile che la collega a Belgograd.

Storia

Prima dell’arrivo degli umani si sa ben poco di questa regione, poiché le tribù nymal autoctone non conoscevano la scrittura. I primi umani a mettere piede a Vadreen provenivano dall’Impero di Belgograd: un nutrito gruppo di esploratori, cacciatori e cercatori di fortuna che riuscì a percorrere un Sentiero non del tutto stabile, arrivando ai monti Saukeli nell’anno 1147. Iniziarono una cauta avanzata attraverso i monti ed entrarono in contatto con la popolazione autoctona di nymal, i Naras: rendendosi conto di aver trovato una regione praticamente incontaminata, che non aveva avuto altri rapporti con l’esterno a memoria di Naras, i Belgogradiani passarono alcuni anni a stabilizzare il Sentiero, quindi iniziarono a portare a Vadreen le loro famiglie. Dopo un primo momento di convivenza pacifica, gli umani cominciarono a rendersi conto delle potenzialità del saros, che i Naras usavano per pochi intrugli curativi o rituali. Anelarono quindi al controllo sui giacimenti sparsi per gli acquitrini per poterli sfruttare al meglio, pretesero sempre maggior controllo sul territorio e questo li portò ai ferri corti con le popolazioni nymal. Rendendosi conto che gli scontri in terreni paludosi erano destinati a essere sistematicamente persi, gli umani abbandonarono i piccoli villaggi che avevano creato fino a quel momento e si arroccarono su alcune colline. Pian piano la roccaforte divenne la capitale Kalnas, nella quale i nuovi arrivati iniziarono a sfruttare sistematicamente il saros, aumentando il proprio livello di benessere e soprattutto la propria potenza bellica, che utilizzarono poi per acquisire il controllo su tutte le aree della regione che occorrevano loro per prosperare e lasciando agli uomini rana, come avevano iniziato a chiamare spregiativamente i Naras, sostanzialmente gli acquitrini meno rilevanti. Vadreen è stata una monarchia dall’anno 1188, momento in cui Malkai Kazlakas dichiarò l’indipendenza dalla madrepatria Belgograd. Malkai faceva parte di una delle famiglie che per prima si insediò a Kalnas: aveva abbastanza soldi ed influenza da ottenere il potere e regnare per generazioni, contenendo le pretese delle altre famiglie appartenenti al Consiglio dei Creatori, che rimaneva un mero organo consultivo. Accadde però, nell’anno 1267, che Edvinas Kazlakas, Signore di Kalnas e Ferja, morisse senza eredi. Il Consiglio dei Creatori approfittò allora per trasformare Vadreen in un’oligarchia, il potere passò in mano a cinque famiglie nobiliari e altoborghesi che ottennero la gestione sociopolitica e militare sia della capitale che di Ferja. Durante il corso degli anni diverse volte le popolazioni Naras tentarono di ribellarsi al dominio umano, sia monarchico che oligarchico, ma le ribellioni furono soffocate nel sangue, riducendo significativamente il numero degli uomini rana: i pochi sopravvissuti si rifugiarono nei punti più inaccessibili delle paludi, costruendo abitazioni povere e piene di cianfrusaglie, trovate durante le escursioni negli acquitrini.

Luoghi d’interesse

Acquitrino del sangue: Zona di palude dove una delle tante ribellioni Naras fu soppressa in maniera particolarmente cruenta. I nymal la venerano come un luogo sacro perché ritengono che lì risiedano ancora le anime dei defunti in battaglia, gli umani la evitano poiché addentrarvisi vorrebbe dire essere quasi sicuramente vittima di un agguato nymal.

Collina di Samanos: In realtà non è una collina specifica, ma più un area in cui il saros è particolarmente presente, il che fa credere alla popolazione che il Custode dorma lì sotto. Se però si chiede a varie persone quale sia la collina specifica è altamente probabile che ne indichino diverse. Ha una grande importanza per gli umani, non così tanto per i nymal che usano il saros in minor misura.

La Tomba degli Alligatori: Una zona molto vicina ai monti Kalnodi in cui per qualche misterioso motivo si trova un infinità di scheletri di questi animali. E’ un luogo molto pericoloso poiché vi si verificano spesso fenomeni strani che lasciano chi assiste senza vita o folle.

Personalità

Mikail Urbonas

Attuale patriarca della famiglia degli Urbonas, la più influente nel Consiglio dei Creatori. Un uomo distinto di mezza età, sempre vestito riccamente, moderato negli atteggiamenti ma ferreo nelle convinzioni. In gioventù è stato addestrato a diventare un magnate del commercio del saros e ora gestisce con perizia le miniere di famiglia a Ferja così come diversi gruppi di estrattori di saros nelle paludi.

Abramas Jusk

Primo Creatore di Kalnas. Rinomato in tutta la regione per la sua intelligenza e la sua abilità nel costruire sempre nuovi marchingegni. Ha fatto fortuna presto e ora è un giovane entusiasta e benestante a cui vengono assegnate tutte le più importanti commissioni cittadine, nonchè alcuni lavori per le famiglie agiate.

Kosmaras, la strega del muschio

Sacerdotessa naras, molto anziana e stimata dagli uomini rana. La sua età è sconosciuta, vive nel profondo delle paludi e ne emerge solo in occasione dei riti notturni; la popolazione palustre la rispetta e le chiede consiglio. E’ molto abile nell’arte medica tradizionale e si dice che sia anche in grado di praticare magie molto potenti. I suoi tratti ricordano quelli di un alligatore albino, veste di verde e i suoi capelli sembrano ricoperti di muschio.

Zinoti, il saggio

I Naras lo riconoscono come capo della loro frastagliata comunità; non è un vero e proprio sovrano ma la sua opinione, quando richiesta, diventa legge. Per questo motivo molti uomini rana si rivolgono a lui per dirimere diatribe di varia natura. I suoi tratti ricordano quelli di un lupo; di mezza età, veste con abiti estrosi per i parametri della comunità nymal, che tende a indossare per lo più marrone e verde: si tratta spesso di vestiti di umani trovati nelle paludi.

Nomi tipici

Matrice linguistica Lituano. Mentre gli umani possiedono nome e cognome, ed anzi a volte hanno più di un nome anche se per comodità poi ne usano solo uno, i Naras hanno solitamente un nome seguito da un appellativo che riguarda una loro caratteristica. Esempio di nomi umani: Dionizas Butkus, Erichas Petrauskas, Levas Poskus, Maksas Gleveckas, Alanta Ivanauskas, Tera Rackus, Vika Zudys, Vainora Luksys. Esempio di nomi Naras: Maistas il famelico, Juros il furbo, Gyen la guida, Motina la madre dei lupi.

Detti popolari

“Il valore delle cose sta nell’occhio di chi le usa”: non giudicare un oggetto o una situazione da come appare, ma analizzane i dettagli e comprendine il funzionamento e le potenzialità. “Mettere troppo saros nel barile”: strafare, farsi sfuggire di mano una situazione. “Il silenzio è il più sicuro compagno”: proverbio naras, che evidenzia la loro abitudine a cacciare e muoversi in silenzio nelle paludi.

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