Hyadzgaar

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Maliqaanato di Hyadzgaar

Stemma di Hyadzgaar, illustrato da Elisa Giovannini

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Custode

Kirin [pr. kirìn], la creatura con testa, corna e scaglie di drago, corpo di cervo, coda di cavallo.

Custode di Hyadzgaar, illustrato da Alberto Rotili e Michele Ponzo

Motto

Molte terre sotto di me, un unico cielo sopra di me.

Tipo di Governo

Monarchia elettiva: Maliqaanato [pr. malicanato]. Il Maliqaan [pr. malicàn] viene eletto da un consiglio di saggi, il Kuriltai, tra i figli del precedente Maliqaan. I quattro governanti dei singoli Regni, o Province, vengono scelti dal Maliqaan tra i suoi parenti più stretti. L’intero territorio è quindi suddiviso in entità di dimensione variabile ed affidato all’amministrazione di funzionari nominati dall’autorità centrale di ogni Regno.

Razze

La maggior parte della popolazione è umana. Vi sono popolazioni di tennar, tra le quali le più caratteristiche sono: gli Chtogor delle regioni nordiche della Provincia di Enjin, dalla pelle grigio-marrone, dai tratti del viso marcati, spesso dotati di zanne, e dalla corporatura tozza e robusta; i Kàleam, originari della zona orientale di Shangbah, una minoranza etnica dalla caratteristica pelle tendente al nero, o completamente nera in molti casi, e i capelli e gli occhi dai colori chiari. I nymal sono pochi nel numero, ma molto vari. Alcuni esempi tra i più peculiari: gli Ulari-Ti di Shangbah, dai tratti rettiloidi; da Nipang vengono i Noko-Ni, con tratti assimilabili alle volpi, i Kone-Jin [la J si pronuncia come in Jaques], dai tratti felini e i Ter-Lu, dalla pelle giallo pallido, rossa o blu, e dotati di una, due o tre vistose corna sulla fronte, anch’essi spesso muniti di zanne, artigli e tratti marcati. Gli egys di Hyadzgaar, infine, pur essendo in numero non indifferente, sono particolarmente schivi e riservati e vivono per lo più nella provincia di Khandai che, per sua natura, agevola l’isolamento ed il ritiro. È dunque comprensibile come, per molti, la loro esistenza sia stata a lungo considerata un mito: solo recentemente alcune popolazioni egys, come ad esempio i Wu Hsien dalle corna minute, si sono mostrate anche oltre i confini della loro terra d’origine.

Descrizione

Il Maliqaanato di Hyadzgaar [pr. iazgàr] è conosciuto nelle altre regioni anche come Grande Impero del Cielo e Grande Terra sotto il Cielo. L’Impero è una regione dalla grande estensione territoriale; dai rigidi inverni del nord di Enjin fino alle torride estati di Shangbah, la regione copre diverse fasce climatiche.

Baek Shi Won, della provincia di Siling

Attualmente organizzata sotto l’Impero del Cielo, Hyadzgaar gode di libertà di culto all’interno delle varie tradizioni religiose originarie delle province dell’Impero, sottomessa tuttavia all’autorità ultima del Maliqaan, l’Imperatore che si ritiene essere discendente del Kirin, il Custode dell’intera regione. Con un passato costellato di guerre, principalmente di conquista e guidate dalle genti di Enjin, Hyadzgaar ha trovato sotto l’unificazione Imperiale un equilibrio dorato che ha giovato a tutte le province, rafforzando l’identità e l’integrità di una regione ormai solida e strutturata. L’autorità massima in ogni ambito è il Maliqaan, ma l’organizzazione dell’Impero, data la sua vastità, è gestita attraverso una rete di governatori locali, non di rado imparentati o legati saldamente alla famiglia imperiale. La società è suddivisa in Caste (nobili-guerrieri-sacerdoti-mercanti-artigiani-contadini) piuttosto rigide a cui appartengono clan di razze diverse che si ritrovano trasversalmente in quasi tutti i regni. Hyadzgaar è un impero forgiato dalla battaglia, ma la guerra è generalmente vissuta come un gesto d’onore, con profonde motivazioni spirituali. È sempre stato raro, prima dell’unificazione imperiale, che si scatenassero conflitti per ragioni mondane; ad oggi è quasi impensabile. La stessa campagna di conquista intrapresa dal primo Maliqaan aveva, almeno secondo gli abitanti di Enjin, una giustificazione morale e spirituale assimilabile ad un dovere. Diffusa in egual misura in tutta la regione è la profonda spiritualità di cui sono infuse le genti di Hyadzgaar: che questa si manifesti nella preghiera, nello studio o nell’arte guerresca, un abitante di Hyadzgaar ha sempre un rapporto che tende al sovrannaturale quando si confronta con la vita quotidiana. Non si tratta necessariamente di una fede cieca e ostinata, quanto di un percorso di ricerca portato avanti con differenti metodi e tradizioni consolidate. Non sono rari riti propiziatori prima di intraprendere un’attività particolare, in occasione di avvenimenti importanti, anche personali, o in concomitanza con le fasi della giornata. Questa spiritualità può essere incarnata in egual misura dalle figure sacerdotali, laddove vi sia una devozione consolidata nei confronti di un essere sovrannaturale, o da chi si dedica allo studio e alla pratica di arti e discipline di matrice più mistica. {{ :wiki:fuan.jpg?direct&200|Fuan - Foto di Laura della Calce}}

Culto

Hyadzgaar venera l’Imperatore-del-Cielo, l'Unico, il Tutto, indefinibile, ineffabile ed irraggiungibile signore assoluto, dio supremo di tutto ciò che è, insondabile principio primo e soffio vitale che permea ed anima ogni cosa, splendente fiume del cielo notturno le cui increspature scintillano nel buio: il Maliqaan è il suo rappresentante terrestre. Questo culto è nato parallelamente alla nascita dell’Impero ed è considerato il culto ufficiale. Il capo del culto è formalmente l’Imperatore stesso e di conseguenza tutti i sacerdoti sono tenuti ad obbedire alle leggi dello Stato, anche come imperativo morale dettato dalla loro fede. Data la vastità territoriale di Hyadzgaar, esistono inoltre cinque diversi approcci spirituali-filosofici, chiamati Sentieri di Elevazione Spirituale, originari delle diverse province e tutti ampiamente accettati fintanto che restano all’interno dei dettami delle leggi imperiali.

Capitale

Tenkhin, capitale della provincia di Enjin, è una città di dimensioni enormi, abitata da una moltitudine brulicante di persone. Ordinata e ben curata nei quartieri centrali, l'urbanistica si fa via via sempre più caotica man mano che si superano le tre cerchie di mura e si raggiungono le periferie, ricolme di case in legno ammassate l'una contro l'altra e composte al massimo da due piani.

Province

I regni che compongono l'Impero sono cinque, disposti più o meno a croce. Definiti Province dall’amministrazione imperiale, sono generalmente affidati ad un Panarqaan, o reggente, scelto dal sovrano o tra gli stessi governanti locali in rispetto alle tradizioni di grande autonomia concesse all’interno del Maliqaanato.

Khandai

Ad ovest è il gelido e montagnoso Khandai, il Regno della Tigre Alata, i cui altopiani a contatto con il cielo mozzano il fiato per bellezza e scarsità di ossigeno. Questa regione geograficamente inospitale è disseminata da villaggi che fanno riferimento al Grande Monastero di Thémal-kin, considerato, assieme al centro abitato sviluppatosi attorno, la città principale della provincia. Le genti di Khandai sono caratterizzate da una profonda spiritualità, molto legata alla natura e alla ricerca dell’equilibrio. Molti intraprendono una vita di ascesi monastica, o la pratica delle arti guerriere finalizzata non alla violenza ma all’illuminazione. Il culto originario di questa provincia è la Sempiterna Ruota del Destino, una filosofia basata sul ciclo della reincarnazione, alla ricerca dell’illuminazione trascendente in grado di portare serenità e pace, sia tra i mortali che tra gli dèi. Il culto è abbastanza organizzato ma solo su base regionale, con grande indipendenza degli elementi fondanti: abbazie e monasteri. Esiste un’autorità superiore che risiede a Tenkhin ma ha funzioni di guida spirituale, non politica. Nei monasteri si coltivano di pari passo corpo e mente, si sviluppano arti di combattimento e forme di magia peculiari, come ad esempio sigilli mistici impressi su frammenti di pergamena, e spesso i monaci si impegnano in viaggi di esplorazione o conforto spirituale a beneficio delle popolazioni più lontane.

Shangbah

A sud ci sono le umide colline e le lussureggianti giungle di Shangbah, Regno del Serpente Bicefalo, ricche di spezie e pericolosa fauna di tutti i tipi. La provincia è divisa in due zone climatiche distinte, da cui la doppia testa dell’animale simbolo. Una parte, rappresentata dalla testa bianca, è collinare ed ospita la città principale di Shanbaji [pr. scianbài], rigidamente organizzata in un sistema di caste e divisa tra la Città inferiore e la Città Superiore. È di questa zona che i Kàleam sono originari: una popolazione tennar schiva e dal passato misterioso, cresciuta all’ombra dell’adorazione di oscuri e contorti principi spirituali assimilabili ad una divinità dai contorni estremamente sfaccettati; si dice che furono i primi ad apprendere il modo di viaggiare nel Reame dell’Ombra. L’altra parte della regione è completamente coperta da una fitta giungla, nel cui cuore si è sviluppata la società degli Ulari-Ti, nymal dai tratti rettiloidi adoratori di Ulari, l’Aspide Nero, il cui tempio principale sorge nell’antica città di Sukothai. Il culto originario di questa regione è il Ministero dei Dodici Principii Superiori, un politeismo organizzato rigidamente, di riflesso a quella che si crede essere l’organizzazione celeste degli dèi stessi. Ogni principio divino è un aspetto della ineffabile divinità nel suo complesso, declinata alla bisogna secondo l’ordine cosmico. A presiedere rispettivamente la corte Celeste e quella Infernale troviamo i due capi complementari della burocrazia divina, l’Imperatrice di Giada ed il Re di Onice, guide e supervisori di una nutrita schiera di altre divinità.

Kaladhar Anuj, della provincia di Shangbah

Siling

Ad est un grande arcipelago vulcanico comprende le province di Siling e Nipang. La prima, nota come l’Isola del Drago, è una terra di antichissima cultura e usanze molto radicate. I suoi abitanti sono d’indole mite, ma estremamente orgogliosa e con un forte senso d’identità. Molti sono i saggi che provengono da questa regione, famosa per le sue antiche tradizioni legate ad un’epoca passata, risalente a prima dell’annessione all’Impero, quando la Provincia era governata da cinque differenti famiglie nobili. A Siling si è sviluppato il culto noto come la Via del Sublime Equilibrio, una filosofia basata sull'equilibrio tra gli elementi, il rifiuto della reincarnazione e la ricerca dell'immortalità materiale grazie all'alchimia interna; non prevede un culto organizzato, ma solo eremiti e saggi che di quando in quando prendono sporadici allievi perché tramandino i loro insegnamenti. Il capoluogo di Siling è Cheng Akhu, la cui accademia militare, che occupa un intero quartiere della città, è celebre per il suo corpo di artiglieri, noti come Dragoni Cremisi.

Xi Què - Foto di Laura della Calce

Nipang

Il complesso di isole accanto a Siling è conosciuto come Nipang. Separato dal continente da uno stretto braccio di mare e sviluppato a mezzaluna da nord a sud, l’Arcipelago delle Fenici è terra di guerrieri dal valore leggendario e arcieri dalla mira infallibile. Ha il suo capoluogo a Hèndo, dove sorge il Palazzo Proibito, misteriosa residenza del Figlio del Sole. Il senso del dovere e il profondo onore legato alle proprie radici contraddistinguono gli abitanti di questa provincia. È famosa per la qualità del suo acciaio e per la dedizione con la quale i suoi abitanti si dedicano ad affrontare i diversi ambiti della vita terrena, permettendo alla provincia di annoverare eccellenti guerrieri ed altrettanto eccellenti artisti di diverse discipline. Il culto dell’arcipelago è noto come l'Immenso Mare di Spirito, un animismo incentrato sui rapporti con i piccoli dèi che si ritiene alberghino in ogni cosa o fenomeno fisico e presiedano al corretto funzionamento del loro ambito o patronato. Rigidamente organizzati secondo una piramide di potere relativo, essi costituiscono la cosiddetta burocrazia divina terrestre, al servizio di quella celeste. Il culto si suddivide in evocatori, esorcisti e divinatori itineranti ed in monaci stanziali custodi di templi, spesso fondati su luoghi di importanza mistica (portali, confluenze di energie mistiche, varchi nel Wrax). Non esiste nel culto una vera e propria gerarchia, se non quella basata sull’importanza del tempio di provenienza e sulla propria fama personale.

Tsukiko, della provincia di Nipang - Foto di Laura della Calce

Enjin

Dall’estremo nord disseminato di fredde foreste e brulle steppe fino al cuore geografico dell’Impero si estende la terra di Enjin [pr. engìn] il Regno della Volpe Bianca. Spazzata da venti ruggenti, percorsa da poderosi e spesso incontrollabili fiumi nelle zone più meridionali, Enjin ha dato i natali alla stirpe di uomini che ha unificato le terre di Hyadzgaar in un unico Impero. Dotati di un pragmatismo e di una determinazione imposti dal territorio nel quale sono nati, gli abitanti di Enjin hanno ancora molte caratteristiche relative al loro passato nomade: legati ai cicli della natura, diversi per provenienza ma accomunati dalla tradizione che li rende fratelli nella terra. Stretti sotto la guida del Maliqaan che accolgono come un inviato del Cielo, hanno modificato la loro natura fino a consolidare un Impero vastissimo ed incredibilmente organizzato. Il culto originario di Enjin è conosciuto come l'Ineffabile Fascino della Pace: è caratterizzato da una matrice di nichilismo assoluto, da una spasmodica ricerca della liberazione e pace raggiunte attraverso la comprensione della natura fallace dell’universo, consapevolezza a cui dovrebbe necessariamente seguire l’impegno per la distruzione totale, l’annientamento del mondo fisico e spirituale, con la conseguente e definitiva interruzione del ciclo cosmico. Non è un culto molto popolare, è principalmente organizzato in sette indipendenti e spesso segrete, che spaziano dal mero filosofeggiare agli interventi terroristici di varia natura e scala.

I Khu

Si narra che nelle terre di Hyadzgaar la nascita dei Predestinati sia annunciata dal segno che il Cielo ha accolto la venuta dell’infante. Durante la prima notte che segue la nascita del bambino, un genitore o un suo congiunto scaglia una freccia verso la luna. Se la freccia non viene ritrovata è segno che il neonato sarà dotato di particolari caratteristiche, considerate un dono del Cielo. Questi individui vengono chiamati Khu in tutta la regione. Sebbene siano considerati toccati dal potere celeste, è fatto loro divieto di assumere cariche di potere. L’unica famiglia a non seguire questa tradizione è quella Imperiale.

Takeshi Mirumoto - Foto di Laura della Calce

Livello Tecnologico

Medievale, le armature sono cotte di maglia, oppure placche cuoio o legno laccato; si usano balestre a tiro rapido, armi da fuoco e bombe.

Sentieri

Hyadzgaar ha Sentieri stabili che la collegano a Invicta, Margara e Tèrengrat.

Storia

La costituzione del Maliqaanato di Hyadzgaar è il risultato di un lungo processo di unificazione iniziato nel VII secolo. Narra la leggenda che nelle terre di Enjin, la provincia centrale dell’attuale regione, nacque Altàn, un guerriero eccezionalmente dotato nell’arte della guerra e destinato ad unificare sotto i suoi vessilli tutto il territorio compreso entro i confini imposti dal Wrax. Nei primi anni della sua ascesa egli riuscì a riunire sotto di sé le popolazioni seminomadi di Enjin, che una ad una si arresero alla sua avanzata. I saggi di ogni tribù vennero convocati a corte e il condottiero cercava spesso il loro consiglio; questo gli garantì il rispetto della sua gente, e in breve egli fu proclamato il Guerriero del Cielo, Tengri-Maliq. Con la carica di Guerriero dei Guerrieri, ossia “Maliqaan”, Altàn mosse alla conquista delle province confinati, ma non riuscì mai a vedere realizzato il suo sogno di conquistare le terre oltre Enjin prima di morire. La sua figura era tuttavia ormai istituzionalizzata e il suo successore portò avanti il suo ideale, come fecero tutti gli altri dopo di lui nella sua linea di sangue. Quatoon, il secondo Maliqaan, si mosse verso ovest e per prima fu assoggettata la provincia di Khandai. La solida struttura spirituale della regione riconobbe la supremazia del Maliqaanato, ed in cambio ricevette accoglimento e la possibilità di diffondere le proprie credenze spirituali in tutto il futuro impero, caratteristica questa che il Maliqanaato avrebbe poi garantito a tutti i nuovi territori conquistati. Fu poi la volta della provincia meridionale di Shangbah. Dopo la conquista relativamente facile della città di Shanbaji, Quatoon si garantì la fedeltà degli Ulari-Ti insediando presso la loro corte uno dei suoi numerosi figli illegittimi e, attraverso un processo diplomatico molto lungo, riuscì infine a farsi riconoscere come il Salvatore profetizzato dai sacerdoti di Ulari-Ti, il dio raffigurato come un Aspide Nero, adorato dalle popolazioni di nymal nella giungla di Shangbah. Ci vollero circa due secoli affinché la supremazia dell’Impero venisse riconosciuta, ma alla fine tutte le Province del continente principale vennero unificate sotto il Maliqaanato. Restavano da assoggettare le isole orientali di Nipang e Siling: terre di uomini dall’onore e dalla cultura straordinari, che non furono facili da piegare. Le manovre di conquista e i preparativi per l’azione militare furono lunghi e laboriosi. La provincia di Nipang fu la prima a cadere, quando il monarca, il Figlio del Sole, si arrese all’avanzata dei nemici giunti alle porte della città, offrendo la sua vita in cambio della salvezza dei propri infallibili arcieri posti ad ultima difesa del Palazzo Proibito. Siling è la regione di più recente annessione: gli orgogliosi soldati della Provincia del Dragone diedero a lungo battaglia alle armate dell’Impero del Cielo, sebbene la superiorità numerica a questo punto fosse schiacciante. Forti dei loro artiglieri, dotati di una perizia eccezionale dovuta ad una tradizione antichissima nell’uso delle bocche da fuoco e degli esplosivi, gli abitanti di Siling resistettero per anni prima di cedere: nella storia l’annessione dell’ultima provincia è ricordata come La Guerra del Fuoco e del Cielo. Infine anche quest’ultima provincia venne annessa, nel 1126. Si racconta che, insediatosi nel palazzo Imperiale di Cheng Akhu, il Maliqaan abbia pronunciato la frase: “Molte terre sotto di me, un unico cielo sopra di me”, divenuta in seguito il motto di Hyadzgaar. La stoica resistenza opposta colpì il Maliqaan al punto da spingerlo a insediare a Siling il proprio figlio prediletto, tradizione che permane tutt’ora come segno di stima nei confronti degli abitanti della provincia, e al contempo strategia di controllo diretto su un popolo estremamente orgoglioso e tradizionalista. Ad oggi l’Impero è una struttura solida le cui fondamenta poggiano su un radicato onore militare, una lunga tradizione culturale molto diversificata e una spiritualità sfaccettata. Solo in apparenza queste differenze costituiscono una debolezza: la strategia del Maliquanaato infatti è sempre stata basata sull’annessione più che sulla sopraffazione; questo ha garantito il diffondersi di differenti concezioni religiose, differenti razze e diverse culture, tutte ugualmente accettate e rispettate all’interno dell’Impero purché non mettano in discussione la supremazia dell’Imperatore del Cielo.

Luoghi d’interesse

Thémal-ran: La montagna più alta dell’intera regione, nella provincia di Khandai. Sulle sue pendici sorge Thémal-kin, sede del Monastero dell’Orso.

Kerjma [pr. kerìma]: Enorme scalinata di marmo bianco, venata di rosso, che collega Shanbaji Bassa a Shanbaji Alta, nella provincia di Shangbah.

Da-Ràn: Tempio dell’Aspide Nero, principale luogo di culto degli Ulari-Ti, nella provincia di Shangbah.

Valle di Syala e Bagha: Valle isolata e difficilmente accessibile tra i monti della provincia di Khandai, dove sorgono i due monasteri intorno a cui sono stanziate le principali comunità egys di Hyadzgaar.

Personalità

Maliqaan Kultàr

Umano: diciannovesimo Figlio del Kirin, Imperatore di Hyadzgaar.

Qaanan Tui

Umana: figlia di Maliqaan Kultàr e Panarqaan (reggente) del Mandato di Siling e Nipang.

Shota

Umana: la Venerabile del Grande Monastero di Thémal-kin e guida spirituale di Khandai.

Qaan Daksha

Umano: Primo di Shanbaji e Panarqaan (reggente) della Provincia di Shangbah.

Qaan Koimei del Clan Koha

Umano: Figlio del Sole di Nipang e promesso sposo di Qaanan Tui.

Qaanan Sri Sin

Nymal: sovrana degli Ulari-Ti che si dice discenda direttamente da Maliqaan Quatoon, il conquistatore di Shangbah.

Nomi tipici

Matrice linguistica orientale, dal centro Asia fino al sudest asiatico e all’estremo oriente. La popolazione degli strati più bassi usa solamente il nome proprio; tra la maggior parte del popolo è tuttavia diffusa l’usanza di un patronimico (“figlio di…”). Gli appartenenti alle casate di relativa importanza (non necessariamente nobiliare, ma assurte alla conoscenza comune per azioni particolari compiute in passato da un avo) si fregiano anche del nome della casata. Esempi di nomi maschili: Naoharu, Yoshimasa, Morikuni, Park, Taeoh, Yongil, Xing, Wah, Yoon, Lien, Ganbataar, Erden, Shona, Turgen, Karan, Satish, Ganak, Dalel, Temir, Wali, Chinh, Hieu, Quang, Jigme, Tenzin, Sonam, Jinpa, Daksha, Hisao, Ryoichi. Esempi di nomi femminili: Tsukuyo, Mayuki, Nanami, Younseo, Migyung, Deokhee, Cha, Koh, Yim, Niu, Chimeg, Sarangerel, Tsolmon, Odval, Aasha, Kalyani, Darshwana, Aru, Zauresh, Lashyn, Hong, Bian, Quyen, Dawa, Lhamo, Chandni, Bhadra, Hiranya, Manisha, Jamini. Esempi di nomi di casata: Kasagi, Sano, Hagioka, Niizeki, Furuido, Arizaka, Dongmin, Maeng, Ahn, Jo, Jeong, Kang, Jinjing, Chenglei, Hui, Wuzhou, Xiaojian, Wang, Zaya, Gantumur, Bayarmaa, Ranasinghe, Nguyen, Jinnah, Hwang, Ankhbayar, Rajak, Ghatori, Ong, Kushwaha.

Detti popolari

“Prendi esempio dall'albero: metti radici forti contro il vento, sopporta la durezza del sole e regala agli altri il fresco della tua ombra.” “Il fiore di loto non sboccia in ogni stagno.” “Dove non c'è la Tigre persino la Lepre può regnare.” “Il cuore sceglie dove, la mente svela come.” “Senza coraggio sei come una spada senza filo.” “Il ferro battuto diventa acciaio.”

Baka San

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