03 Gen Storie dalla Community
Ogni tanto capita di imbatterci in qualche storia che rimane un po’ più impressa di altre. Quella di oggi ce l’ha raccontata Giulio Merlo Guaraldi e ci è piaciuta talmente tanto che abbiamo voluto condividerla con tutta la Community.
Ho giocato con molte associazioni prima di GRVItalia, ho iniziato con una molto piccola e che contava 40 giocatori; si chiamava Fantàsya e ognuno lì aveva il suo momento di gloria, con una grande attenzione all’interpretazione. Poi purtroppo questa realtà dovette chiudere e quindi noi che avevamo cominciato con loro dovemmo ampliare i nostri orizzonti.
Fu così che finimmo a giocare con realtà ludiche anche molto più grandi, muovendoci sempre con il gruppo di giocatori che si era creato nella precedente associazione (ci seguirono anche alcuni che lì facevano da staff) e così cominciò la nostra nuova avventura.
Per tanti aspetti abbiamo trovato un gioco ed esperienze maestose, ma in cui spesso tutto finiva per risultarmi dispersivo, in cui era facile sentirsi l’ultima ruota del carro o semplicemente inutili alla progressione del gioco. Si aveva spesso l’impressione di venire messi da parte in favore di giocatori più anziani, come se fosse la norma. Sono passati più di 4 anni in questo modo, in cui ogni tanto mi ritrovavo a pensare ai fasti di Fantàsya, qualcosa che altrove non riuscivo a trovare, e dopo ogni live mi dicevo sempre: “no ok, questa è stata l’ultima volta”; una cosa brutta da pensare. La voglia di giocare dal vivo passava di mese in mese finché alla fine non mi decisi a mollare.
Fu per un caso che qualcuno mi accennò a GRVItalia, di cui avevo già sentito parlare nei live di altre associazioni. Un mio amico mi propose di andarci, di provare visto che io mesi prima avevo buttato l’amo, anche se allora quasi nessuno del gruppo mi aveva dato corda. Il primo evento fu GoE 2017. Una bomba. Oltre ad aver incontrato gente che non vuole vincere ma divertirsi, la cosa che mi ha fatto molto piacere è che lì ognuno poteva ritagliarsi il suo momento, la sua scena, senza toglierla ad altri. I nuovi venivano incoraggiati a fare ogni cosa fosse di loro competenza e ai più anziani non pesava farsi da parte. Un regolamento, se posso dirlo, anche più soddisfacente seppur più complesso, ha condito il tutto per farci portare a tavola, e a casa, dei bellissimi ricordi.
Ora sento di aver ritrovato la voglia di giocare. Live di 100 e più persone dove nessuno viene messo in un angolo era un’utopia ormai, invece eccola qua, esiste.
Ho cercato anche di supportare GRVItalia a Lucca, cosa che per altri non avrei mai fatto, pur avendo giocato solo 5 giorni con loro ed essendo sommerso da problemi di lavoro e cambio di città. L’ho fatto veramente col sorriso perché più persone possibile devono sapere che esiste qualcosa in Italia, più che un’associazione, più che una famiglia, un gruppo di persone che pur conoscendosi da sempre o per poche ore l’anno, condividono la stessa passione e la mandano avanti nel migliore e più sano dei modi. Una semplicità disarmante nei rapporti tra persone e personaggi, niente ruffianerie, sviolinate o amicizie di interesse. Qui non esiste “l’essere amico del master” e anche con un personaggio molto sui generis come il mio, che sfugge da ogni impresa o parvenza di atto eroico, l’avventura viene sempre a bussare alla tua porta, perché il divertimento è per tutti e i narratori, ma soprattutto gli stessi giocatori, lo sanno bene e fanno quanto è in loro potere per divertire gli altri divertendosi a loro volta.
Sono ormai costantemente in contatto con tutti gli amici creati durante i live (tantissimi) e la cosa mi aiuta molto, visto che da poco mi sono trasferito a Milano per lavoro e lì si soffre un po’ la solitudine. Ogni live viene scandito da saluti, abbracci, racconti…sta diventando tanto bella In Gioco, quanto Fuori Gioco.
Per questi e mille altri motivi io spero che questa associazione continui (e possa continuare) a mandare avanti questa bellissima missione e io, nel mio piccolo, spero di poterli aiutare come ho fatto per il Lucca Comics & Games, perché loro se lo meritano.
E nulla, noi non possiamo far altro che ringraziare Giulio per le sue belle parole.