Wrax, questo sconosciuto

Sono sulla nave che da Aglavir mi sta riconducendo a Terengrat e non posso fare a meno di scrivere su questa pergamena i pensieri che in questi giorni mi frullano in testa.
Sono partito per Aglavir sapendo che avrei affrontato per la prima volta in vita mia i Djalu

Wrax, questo sconosciuto.

Sono sulla nave che da Aglavir mi sta riconducendo a Terengrat e non posso fare a meno di scrivere su questa pergamena i pensieri che in questi giorni mi frullano in testa.

Sono partito per Aglavir sapendo che avrei affrontato per la prima volta in vita mia i Djalu, i mostruosi abitanti che provengono dal Wrax più profondo, ma non sapevo che ad Aglavir avrei sia confermato quello che sapevo che appreso molto di più sul loro conto; queste informazioni vennero direttamente dalla bocca di uno di loro, Ikitanitzli, un Djalu molto potente fattosi catturare apposta dai seguaci di Ytris per perseguire i suoi scopi.

Egli ci disse molte cose, anche se non so bene se credere alle sue parole visto che si è dimostrato bravo a manipolare la verità. Ci disse che il Wrax, come il Makir, è suddiviso in regioni e che non tutti i Djalu sono uguali, anzi, esistono Djalu che non intendono minimamente avere un contatto con noi abitanti del Makir e che sono quindi totalmente diversi dai loro fratelli ferali che spesso ci attaccano; ci disse che nel Wrax non vi è un preciso ordine politico o qualcosa di lontanamente simile ad un governo poiché lì vige la pura legge della natura e il caos la fa da padrone: o comandi o sei comandato, e solo i Djalu più potenti possono vantare qualche influenza sui loro fratelli più deboli, arrivando quindi ad avere dei discepoli o qualcosa di simile.

Ma l’informazione che mi diede più da pensare fu un semplice cambio di punto di vista rispetto a qualcosa che tutti in queste terre sono a conoscenza: alcuni Djalu ci attaccano per difendere la loro terra, poiché i sentieri che noi tracciamo, trasformando il Wrax in Makir, fanno sì che parte del loro territorio vada distrutto.

Siamo quindi nel giusto ogni volta che apriamo un nuovo sentiero? Possiamo dire di avere la coscienza pulita e di non essere in difetto nei confronti degli Dei solo perché i territori che convertiamo sono popolati da esseri che per la maggior parte non hanno una coscienza, un’organizzazione sociale e sono più vicini a delle bestie che a noi? So che in quanto semplice cantastorie non posso fermare questa pratica, ma se dovrò contribuire alla creazione di un nuovo sentiero di certo non lo farò a cuor leggero, conscio che altri potranno vedermi come noi vediamo i Djalu invasori.

Bojan Damian-ul

Cantastorie di Térengrat

About the author…

“Bojan Damian-ul: un po’ scarso con le spade, ma stallo ad ascoltare per qualche minuto e ti farà diventare il suo migliore amico… anche se prima volevi staccargli la testa dal collo!”

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